martedì 24 marzo 2015

Cervelli in fuga...ma io resto!


Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in questo articolo, ripreso anche da Roberto Saviano, dove si evidenzia il fenomeno dell'emigrazione dei giovani laureati e il conseguente mancato ritorno economico dell'investimento effettuato dai contribuenti italiani. Devo dire che i numeri riportati sono veramente impressionanti e sono sicuro che questi numeri non siano in grado di descrivere totalmente il fenomeno osservato.


Sicuramente posso affermare di avere una grandissima stima nei confronti dei miei coetanei e non che scelgono di mettersi in gioco e partire. La decisione che prendono non è sicuramente facile, si tratta di recidere il cordone ombelicale collegato intrinsecamente al nostro essere in quanto italiani. La mia stima nei loro confronti è incondizionata perché questo cambiamento permetterà loro di ampliare gli orizzonti, di vedere le cose in un'ottica globale, di apprendere una nuova lingua, un nuovo stile di vita e una nuova cultura, permetterà loro di avere una nuova "casa".

Ma perché io dovrei partire? Perché non posso pensare che le cose in Italia possano andare diversamente? Perché non posso pensare di trovare la mia strada qui? Conosco alcune persone che ce l'hanno fatta che sono riuscite a trovare quello che cercavano. Mi sembrano felici e appagate e non hanno avuto bisogno di emigrare. Sicuramente non sarà stato facile, sicuramente qualcuno avrà dato loro una mano ma sicuramente il loro essere imprenditori di se stessi li porterà a effettuare scelte verso una nuova e più sana società.

Se potessi fare un appello mi rivolgerei a questi nuovi emigranti e direi loro:

"Non andatevene, aiutateci a rendere l'Italia un posto migliore!"

Non sarà sicuramente un compito facile ma con l'impegno e la buona volontà ce la si può fare perché il futuro dipende da noi.

lunedì 9 marzo 2015

Chi inquina paga!



Finalmente le pene per i reati ambientali diventeranno più pesanti. Verrà seguito il principio secondo cui "chi inquina paga", dettato dall'Unione Europea e contenuto nella Direttiva 2004/35/CE recepita in Italia dal D. Lgs. 152/2006 (Codice Ambientale). Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il ddl sui reati ambientali contenente l'inasprimento delle sanzioni. Sono stati quindi introdotti all'interno del codice penale nuovi illeciti, come l'inquinamento ambientale, il disastro ambientale e l'abbandono di sostanze radioattive.

Danno ambientale
Verrà punito con la reclusione da due a sei anni e cono la multa da 10 mila a 100 mila euro. Finalmente chi provocherà una compromissione o un deterioramento rilevante del suolo, del sottosuolo, dell'aria e delle acque, dell'ecosistema, della biodiversità (anche agraria), della flora o della fauna selvatica verrà giustamente trattato secondo quanto introdotto nel Codice di Procedura Penale.
La pena è aumentata se l'inquinamento viene prodotto in zone tutelate, in aree naturali e se il danno avviene a discapito di specie animali o vegetali protette.

Disastro ambientale
Chi si macchierà del reato di disastro ambientale verrà punito con la reclusione da cinque a quindici anni. Il disastro ambientale è un'alterazione irreversibile dell'equilibrio dell'ecosistema o una alterazione la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.

Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività
È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10 mila a 50 mila euro chi cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene o trasferisce materiale ad alta radioattività. La pena è aumentata se da queste attività deriva il pericolo di compromissione o deterioramento del suolo o dell’ecosistema.

Anche chi chi intralcia i controlli verrà punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.