Finalmente le pene per i reati ambientali diventeranno più pesanti. Verrà seguito il principio secondo cui "chi inquina paga", dettato dall'Unione Europea e contenuto nella Direttiva 2004/35/CE recepita in Italia dal D. Lgs. 152/2006 (Codice Ambientale). Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il ddl sui reati ambientali contenente l'inasprimento delle sanzioni. Sono stati quindi introdotti all'interno del codice penale nuovi illeciti, come l'inquinamento ambientale, il disastro ambientale e l'abbandono di sostanze radioattive.
Danno ambientale
Verrà punito con la reclusione da due a sei anni e cono la multa da 10 mila a 100 mila euro. Finalmente chi provocherà una compromissione o un deterioramento rilevante del suolo, del sottosuolo, dell'aria e delle acque, dell'ecosistema, della biodiversità (anche agraria), della flora o della fauna selvatica verrà giustamente trattato secondo quanto introdotto nel Codice di Procedura Penale.
La pena è aumentata se l'inquinamento viene prodotto in zone tutelate, in aree naturali e se il danno avviene a discapito di specie animali o vegetali protette.
Disastro ambientale
Chi si macchierà del reato di disastro ambientale verrà punito con la reclusione da cinque a quindici anni. Il disastro ambientale è un'alterazione irreversibile dell'equilibrio dell'ecosistema o una alterazione la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.
Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività
È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10 mila a 50 mila euro chi cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene o trasferisce materiale ad alta radioattività. La pena è aumentata se da queste attività deriva il pericolo di compromissione o deterioramento del suolo o dell’ecosistema.
Anche chi chi intralcia i controlli verrà punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
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