"Il Centro studi di Confindustria ha rilevato come negli anni della crisi il numero di occupati più anziani (tra i 55 e i 64 anni) sia aumentato mentre diminuiva quello dei più giovani (25-34enni): il primo è cresciuto di 1,1 milioni e il secondo è sceso di 1,6 milioni."
I primi vorrebbero starsene a casa i secondi vorrebbero lavorare, e avrebbero molte idee da mettere in campo. Entrambi hanno una cosa in comune: hanno fatto tutti LA STESSA IDENTICA SCUOLA E UNIVERSITA'.
Inizialmente ho pensato che anche i pensionati, come tutti in tempo di Crisi, si siano ritrovati a dover arrotondare la misera pensione. Proseguendo nella lettura dell'articolo ho cambiato idea.
"Tra i pensionati che continuano a lavorare il tasso di occupazione risulta essere maggiore per redditi maggiori. Si passa dal 10,2% di chi guadagna tra i 500 e i 2000 € al 23,9% di chi guadagna sopra i 3000 €. Tutto questo senza contare chi lavora in nero."
A questo punto è evidente che non siano solo "poveri" pensionati. Penso che 3000 € al mese siano un guadagno più che rispettoso anzi, guadagnassi certe cifre mi sentirei a dir poco ricco. In ogni caso non è la prima volta che sento parlare di pensionati con incarichi (presumo remunerati) presso fondazioni, enti, ecc. Queste persone una volta raggiunta una posizione si radicano e neanche la pensione può scalzarli dal loro seggio. Questo danneggia notevolmente il sistema Paese, avranno sicuramente molta esperienza ma ci sarebbero giovani molto più dinamici e inclini al cambiamento rispetto a loro. Giovani in grado di traghettarci verso il futuro.
Non voglio dire che questi pensionati non siano in grado di svolgere il proprio lavoro, ma penso che abbiano già dato e che la pensione sia la loro giusta ricompensa per il loro contributo.
Spazio ai giovani dunque.
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