venerdì 29 maggio 2015

Intercapedini con materiale riflettente.



Prendiamo in considerazione il caso di una parete con un'intercapedine. Nel caso in cui vi sia la presenza di un materiale riflettente, dato che le superfici hanno circa la stessa temperatura (ovviamente in ordine di grandezza e non in valore assoluto), si può affermare che il rivestimento riflettente ha un effetto sia basso emissivo che basso assorbente. Questo significa che, considerando il sistema di rivestimento nel suo complesso, grazie al materiale isolante si ha un basso assorbimento di calore ma si ha anche una riflessione del calore scambiato per irraggiamento grazie alla presenza del materiale riflettente.

Quando parliamo di sistemi isolati riflettenti ci riferiamo a materiali con un ridotto valore di emissività che posizionati all'interno hanno di conseguenza anche un basso valore di assorbimento quindi alta riflettanza nel campo dell'infrarosso.

Per i materiali isolanti riflettenti abbinati ad un'intercapedine d'aria, la resistenza termica è valutata con riferimento agli scambi convettivi e di radiazione che si instaurano nell'intercapedine stessa. Infatti, quando un corpo viene scaldato, nel nostro caso sarà la radiazione solare a riscaldare le pareti esterne, emette una quantità di calore che verrà trasferita per irraggiamento pari a:


Si può notare come la quantità di calore dipenda linearmente dalla quarta potenza della temperatura quindi, è un effetto che non trascurabile.

La caratteristica "isolante" in questo caso è definita dall'emissività ε [-] del materiale riflettente, ovvero dalla sua propensione ad emetter energia per irraggiamento verso l'altra faccia dell'intercapedine. Questo significa che, se in un'intercapedine normale lo scambio termico dipende sia dai fenomeni convettivi dell'aria che dall'irraggiamento delle due superfici affacciate, in un'intercapedine con un rivestimento basso emissivo (dato dal materiale riflettente) la quota parte di trasmissione per irraggiamento è ridotta ai minimi termini. Per esempio l'alluminio lucido ha un coefficiente di emissività ε = 0.03.

Questo tipo di sistema riflettente è molto utile nei periodi estivi ma bisogna stare attenti al calcolo della trasmittanza in quanto, alcuni produttori di rivestimenti descrivono la riflessione solare il termini di resistenza termica o di conduttività termica equivalente. La ragione per la quale di ottengono valori estremamente bassi di conduttività termica è che la riduzione di flusso termico verso l'interno viene descritto, in termini di resistenza termica equivalente, che poi viene trasformata in conduttività termica equivalente. Ciò vale per l'appunto solo in estate, perché in inverno la riflessione solare porta a una riduzione dell'apporto gratuito di energia e quindi a un incremento di flusso termico verso l'esterno. Quindi in inverno la resistenza termica equivalente è negativa, cioè di dovrebbe scrivere:


Ne deriva che in inverno ci sarebbe un aumento di trasmittanza termica U, anziché una diminuzione. Ciò dimostra che NON SI PUÒ descrivere la riflessione in termini di resistenza termica, poiché, per definizione, un aumento di questo parametro riduce il flusso termico in entrambe le direzioni, mentre la riflessione solare riduce solo il flusso termico entrante nell'ambiente in estate.

FONTE:


lunedì 25 maggio 2015

Schermature solari: da quest'anno è possibile beneficiare dell'ecobonus.




ENEA ha pubblicato una guida specifica volta all'ottenimento delle agevolazioni di riqualificazione energetica per le schermature solari che, sono solo una delle novità introdotte con la Legge di Stabilità 2015. Con questa pubblicazione, ENEA ha voluto delineare il parere tecnico dell'Agenzia riguardo a questo tipo di interventi agevolati di riqualificazione energetica.

Nello specifico ENEA sottolinea come questo tipo di schermature debbano essere collocate in modo da impedire l'ingresso della radiazione solare attraverso le superfici vetrate. Quindi, esistendo innumerevoli possibilità di applicazione, è possibile installare i dispositivi all'interno, all'esterno o integrati. Ovviamente, per questo tipo di schermature, l'utente deve avere la possibilità di regolazione a seconda delle condizioni meteorologiche e della stagione. Tali dispositivi devono inoltre avere una funzionalità tecnica cioè, devono servire al comfort interno dell'abitazione e non possono pertanto essere montate e smontate a piacimento. Ovviamente il dispositivo installato dovrà essere a marchio CE.

Per quanto riguarda le tende esterne quindi, per i dispositivi non in combinazione con una superficie vetrata, vengono escluse dall'incentivazione quelle collocate a nord. Mentre le schermature oscuranti come persiane, veneziane e tapparelle vengono invece prese in considerazione con qualsiasi tipo di orientamento.

In pratica per una spesa complessiva per unità immobiliare di 92.300 euro si avrà diritto a una detrazione (da suddividere in 10 rate annuali di pari importo) di 60mila euro.

Ovviamente la detrazione vale per i lavori eseguiti nell'arco del 2015 e, a partire dal 2016 salvo proroghe, l'aliquota scenderà al 36%.

Per la presentazione delle domande è possibile rivolgersi a un tecnico qualificato (sono quindi a disposizione per eventuali chiarimenti) o collegarsi direttamente con il portale ENEA "finanziaria 2015". È necessario inviare la documentazione entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori.

FONTE:

venerdì 15 maggio 2015

Adesso i geometri possono progettare impianti di riscaldamento.




Come era logico che fosse, i geometri sono competenti in materia di progettazione impianti di riscaldamento di edifici di modesta entità. Quindi anche i geometri possono dire la loro riguardo all'impiantistica, a meno che non si ricada in impianti assimilabili a impianti industriali e quindi di medio-grandi dimensioni.

A dichiararlo è stata una sentenza del Consiglio di Stato ripresa e commentata dal Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati (CNGeGL).

Tutto è partito quando il Collegio dei Geometri della Provincia di Genova ha appellato la sentenza del TAR della Liguria n. 166/2006, che ha dichiarato in parte infondato e in parte inammissibile il ricorso per l'annullamento della nota 28 gennaio 2002, n. 4146, con cui il dirigente del Comune di Genova ha disposto la non conformità della relazione tecnica presentata da un geometra nell'ambito di una domanda in sanatoria di opere edilizie riguardante la verifica di un impianto di riscaldamento installato in un'abitazione.

L'atto era stato emesso in quanto la perizia non era stata firmata da un professionista (ingegnere o perito industriale) abilitato alla redazione di progetti impiantistici, come richiesto, in base all’interpretazione sostenuta dal Comune, dall’art. 6, comma 1, della legge n. 46/1990 e dall’art. 4 del DPR n. 477/1991.

Il Consiglio di Stato invece ha stabilito che, per quanto riguarda i geometri, le loro competenze in materia “derivano da una competenza più generale alla progettazione di edifici di modesta entità e vanno quindi esaminate le disposizioni che abilitano il geometra ad operare nella progettazione, nella direzione e nella vigilanza di modeste costruzioni civili”.

Il nocciolo della questione sta nel fatto che l'impianto di riscaldamento viene visto come parte integrante della costruzione e che quindi il geometra è sicuramente abilitato alla progettazione.

Quindi il Consiglio di Stato dichiara: “Si deve pertanto concludere che, per un principio di simmetria, il geometra, così come può svolgere attività di progettazione, di direzione lavori e di vigilanza con riferimento a ‘modeste costruzioni civili’, può anche presentare domande riguardanti la verifica di impianti di riscaldamento nelle medesime costruzioni”.

FONTI:


martedì 12 maggio 2015

Scatta il conto alla rovescia per la contabilizzazione del calore nei condomini.




Il Decreto Legislativo 102/2014 obbliga, entro la fine del 2016, a installare negli appartamenti serviti da una caldaia centralizzata ripartitori di calore su ogni singolo calorifero. Così su due piedi penso che tale imposizione sia un'ottima idea per contribuire al risparmio energetico ma, dal punto di vista pratico, non sarà di facile attuazione. L'obbiettivo del legislatore è quello di far pagare alle singole utenze i consumi effettivi evitando in questo modo gli sprechi.

Il termine ultimo per l'adeguamento è il 31 dicembre 2016 e penso che i vari amministratori di condominio non abbiano così tanto tempo a disposizione. Infatti, essendo necessario svuotare l'impianto e smontare i caloriferi, i lavori vanno fatti nei mesi in cui le caldaie sono spente e quindi si hanno a disposizione solo due estati. Chi non decide di effettuare i lavori quest'anno ha comunque a disposizione tutta l'estate del 2016.

Il Decreto Legislativo 102/2014, che recepisce la direttiva 2012/27/UE in materia di efficienza energetica, impone di effettuare una contabilizzazione individuale del calore in tutti gli edifici con più appartamenti serviti da un'unica caldaia. Ovviamente a partire dal 2017 scatterà l'obbligo per milioni di appartamenti con multe salate per i trasgressori.

Le strade da seguire possono essere due:
  1. cambio della caldaia con una a condensazione. Soluzione non proprio economica ma secondo me migliore. Come si suol dire "via il dente via il dolore" per i prossimi 15 anni nessuno dovrà più pensare alla caldaia.
  2. affidarsi alla contabilizzazione indiretta. Bisogna installare un dispositivo elettronico su ogni termosifone, un ripartitore di calore in grado di misurare, attraverso due sensori, sia la temperatura della superficie del calorifero che quella dell’aria nel locale. Questi valori permetteranno di calcolare l’energia termica complessivamente immessa da quel radiatore nella stanza; sommando i valori di tutti gli elementi presenti nei vari locali, si otterrà l’energia utilizzata dall’intero appartamento. Inoltre, con le valvole termostatiche si potrà controllare il calore di ciascun ambiente; ogni valvola regolerà il flusso d’acqua calda nel relativo termosifone, facendo così variare la temperatura media del radiatore e il conseguente consumo.
La seconda opzione implica ovviamente che qualcuno vada a leggere i consumi e faccia i relativi conti ed è, secondo il mio modestissimo parere, molto complicata e poco funzionale ma, ovviamente, sarà la più utilizzata. In Italia, la maggior parte degli edifici presenti è stata costruita prima degli anni 80 ed è ben lontana dagli standard qualitativi di risparmio energetico attuali. Probabilmente, un buon 90% del totale si affiderà a questo tipo di contabilizzazione indiretta.