domenica 8 novembre 2015

Autodesk REVIT: comandi rapidi da tastiera


Una cosa di cui sentivo particolarmente la mancanza ripensando ad AutoCAD erano i comandi rapidi da tastiera. Digitando s si attivava il comando sposta, ta taglia, ecc.

Stufi di cercare i comandi fra le tante icone di REVIT? Eccovi una lista che vi farà sicuramente comodo:

rp = piano di riferimento
co = copia
dt = canale aria
pi = tubo
of = offset
pr = proprietà
di = quota allineata
al = allinea
mv = sposta
ro = ruota
tr = taglia
ar = matrice
dl = linea di dettaglio
mm =specchia
dm = specchia con asse
de = cancella
me = ultima attrezzatura meccanica
tg = etichetta
sl = dividi
re = scala

Questi sono i comandi che utilizzo di più ma ce ne sono anche altri.

sabato 3 ottobre 2015

Autodesk REVIT: le famiglie PARTE 2 - I Piani di riferimento


Cosa sono le famiglie in REVIT®? A cosa servono?

Avevo già iniziato a parlare delle famiglie di REVIT® in questo post e adesso vorrei provare ad approfondire il discorso.

Una volta creato il nuovo file contenente la famiglia ci troveremo (nel caso avessimo scelto come  template un "modello generico metrico") davanti a una schermata totalmente bianca con al centro due linee tratteggiate di colore verde che si incrociano nell'origine delle coordinate. Queste due linee in realtà sono due piani. Infatti, se scegliamo di visualizzare un qualunque prospetto, possiamo verificare quanto appena detto.

È possibile disegnare innumerevoli piani che sono utilissimi come riferimento per i vari oggetti che andranno a comporre la nostra famiglia.


Per esempio è possibile vincolare un'estrusione a un piano posto a distanza nota da un qualsiasi altro riferimento. In questo modo, cambiando la quota del piano, l'estrusione si modificherà di conseguenza. È quindi facile intuire come sia possibile creare famiglie parametriche in cui le dimensioni della famiglia variano al variare di un certo valore.

martedì 22 settembre 2015

Autodesk REVIT: le famiglie PARTE 1


Cosa sono le famiglie in REVIT®? A cosa servono?

Il REVIT® si differenzia da AutoCAD® per il fatto che qui non si disegna ma si "costruisce" un modello 3D e quello che vediamo a schermo non è il modello, ma una serie di viste di quest'ultimo (piante, sezioni e viste 3D). Le famiglie sono l'equivalente dei blocchi di AutoCAD® e, come questi, possono contenere numerose informazioni. In REVIT® tutti o quasi gli elementi presenti nel modello sono famiglie: i muri, i sanitari, gli infissi, ecc.

Oltre alle famiglie già presenti è possibile crearne di nuove. Basterà cliccare sul logo in alto a sinistra e si aprirà la seguente finestra.


Spostando il cursore sopra "Nuovo" sarà possibile selezionare l'opzione per creare una nuova famiglia. A questo punto si potrà scegliere tra una serie di template in base alla famiglia da sviluppare.


Ad esempio per creare un oggetto da posizionare a muro la scelta ricadrà sul "Modello generico metrico basato su muro". Ci sono molti template e bisogna avere ben in mente quello che si andrà a modellare e come lo si realizzerà. È sicuramente necessaria una pianificazione a priori e le probabilità di ritornare all'inizio del processo sono alte. Nel mio caso mi è capitato, non di rado, di dover ripartire da zero in quanto il risultato non era quello sperato.

Nel prossimo post proverò a descrivervi le varie fasi che ho individuato nella creazione di una famiglia.


lunedì 14 settembre 2015

Autodesk REVIT: come si attivano/disattivano i "WARNING" delle condotte disconnesse?



Continuiamo a parlare di AutoDESK REVIT.
Sempre durante la realizzazione di un progetto riguardante un impianto meccanico, mi è capitato di notare che il programma, inserendo un sistema di condotte per l'aria, mi avvertisse con un "WARNING" delle disconnessioni alle estremità.
Per ovviare a questo basta fare clic sulla scheda Analizza --> gruppo Controlla sistemi --> Mostra disconnessioni.



Nella finestra di dialogo Mostra opzioni di disconnessione, togliere la spunta alla voce Condotto.


domenica 13 settembre 2015

Autodesk REVIT: copiare elementi da un modello collegato



Da qualche mese sto lavorando con Autodesk® REVIT® e questo è uno dei motivi per cui è da un po' di tempo che non scrivo su questo blog. Come potete imaginare, mi sono imbattuto in molti inconvenienti per i quali ho dovuto cercare una soluzione e che mi piacerebbe condividere con chi avrà voglia di leggere questi post.
Mi è capitato di lavorare a un progetto di un impianto meccanico dove avevo collegato due file REVIT® (per intenderci due xref se parlassimo in ambiente AutoCAD®) contenenti il progetto architettonico e il progetto degli impianti elettrici. Per motivi per i quali non voglio dilungarmi avevo la necessità di copiare alcuni elementi dal file REVIT® del progetto elettrico per riposizionarli allo stesso posto nel file contenente il progetto meccanico. Dopo qualche ricerca in internet ho trovato la soluzione direttamente sul sito della Autodesk®


Basta posizionarsi sull'oggetto in questione, premere il tasto TAB e cliccare con il tasto sinistro del mouse. In questo modo viene selezionato l'oggetto sul file REVIT® collegato. A questo punto si aprirà la scheda "Modifica | Collegamenti RVT" e nella sezione "Appunti" si potrà premere il tasto "Copia negli Appunti".



Basterà quindi, sempre nella sezione "Appunti", espandere la voce "Incolla" e selezionare "Allineato nella stessa posizione".



Il gioco è fatto, nel vostro file REVIT® sarà presente l'oggetto e sarà sovrapposto perfettamente a quello presente sul collegamento.

sabato 18 luglio 2015

BIM, il futuro è già qui!



È da un paio di mesi che collaboro con uno studio di progettazione (è per questo che ultimamente ho trascurato il blog) e, grazie a questa esperienza, ho potuto lavorare per la prima volta con un BIM (building information modeling). In particolare, ho avuto l'occasione di poter lavorare con Revit della Autodesk.

Ho trovato il programma molto intuitivo e user-friendly, facile da usare e molto comodo per quanto riguarda i progetti impiantistici. Sicuramente uno strumento da adottare per poter fare quel balzo in avanti nella progettazione, non solo di grandi opere, ma anche per quanto riguarda la casa della "Sig.ra Maria".

Ovviamente il prezzo di tale software non è proprio dei più abbordabili ma questo è sicuramente uno strumento da avere se si vuole offrire qualcosa in più.

Il futuro della progettazione si orienterà in questa direzione? Sicuramente si vista la flessibilità, la precisione e le innumerevoli possibilità offerte da questi software. Infatti, non solo è possibile creare un modello tridimensionale, ma si possono creare tavole contenti qualsiasi pianta o sezione si voglia far vedere, associare a ciascuna "famiglia" di oggetti valori e parametri in modo da poter estrarre in seguito il computo metrico estimativo, ecc. Non si tratta quindi solo di un disegno.

Il futuro è già qui!

giovedì 4 giugno 2015

Chi inquina paga! La legge è in Gazzetta.



Ne avevo già parlato in un post qui, adesso la legge sui delitti ambientali è entrata in vigore. Il 22 maggio il Presidente della Repubblica ha firmato il provvedimento che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 28 maggio:


Adesso si potrà fare riferimento alla 122/2015. Un'arma in più contro gli ecoreati, sperando che questa possa servire a evitare ulteriori sfregi al patrimonio ambientale.

mercoledì 3 giugno 2015

In Italia serve studiare?

Quando, inevitabilmente, si cadeva sul discorso studio e lavoro in Italia, mi piaceva riportare scherzosamente una battuta di Checco Zalone dal film "Che bella giornata":


Checco Zalone: "Un giorno capirai tante cose di questo paese. Qui si sta bene Farah! Tu studi vero?"
Farah: "Si."
Checco Zalone: "Non serve a un cazzo qui!!!"

Oggi però ho ritrovato, sepolto in mezzo a un sacco di opuscoli rimediati in fiera, un ritaglio di giornale che la mia ragazza mi aveva portato da leggere e che io non avevo mai letto. Vorrei riportarlo integralmente qui perché mi ha fatto riflettere molto.


La voce dei maestri

Moni Ovadia, autore teatrale e musicista, ci parla del rapporto con lo studio rivolgendo un augurio alle matricole che iniziano i loro studi a Padova e a quanti hanno fatto dello studio un impegno di vita.

Vi accingete ad entrare in uno di quelli che io considero fra i momenti più fertili della vita: lo studio universitario. Un po' vi invidio, per molteplici ragioni, perché non ho vissuto quel periodo come avrei voluto, anche se è stato un periodo frenetico e molto divertente della mia esistenza. Perché dico che è uno dei momenti più fertili? Perché lo studio e la capacità di studiare, imparare a studiare, stabilire una relazione non agita ma propria con lo studio, sono grandi privilegi della vita. Vengo da una cultura, quella ebraica, che ha nello studio forse il suo momento più intenso. Il paradiso ebraico - di cui peraltro si parla pochissimo - è immaginato come un luogo in cui si studia. Si studia la Torah naturalmente, si studia non solo per imparare e ricevere informazioni ma anche per costruire il proprio profilo, la propria personalità. Il nostro Talmud dice che "il mondo riposa sull'alito dei bambini che studiano"; lo studio è ritenuto tanto importante da reggere l'universo, da permettergli di appoggiarsi, di non doversi autosostenere perché c'è qualcosa che lo sostiene: l'alito di chi studia, in particolare dei bimbi piccini, perché sono il futuro. Ora voi siete un po' più grandi e dovete scegliere come orientare il vostro studio; dare consigli è una cosa disdicevole, anzi un po' sconcia, tuttavia mi permetterò di fare almeno una riflessione. È bene che il rapporto con lo studio sia scelto non solo con le logiche professionali, dei maggiori vantaggi pratici e tecnici: io ritengo che lo studio debba partire dal cuore, dall'anima, da una visione più alta e più profonda della vita. Non si tratta solo di studiare per un breve periodo ma di costruire la capacità critica, di rapportarsi al mondo e agli altri. L'apprendimento tecnico può avvenire in corso d'opera ma non così per la capacità di pensare, la capacità di guardare nelle parole, di guardare nei fatti, la capacità di continuare a studiare.
Una delle cose più tristi infatti è considerare l'università un periodo chiuso e pensare: "va bene, ho studiato in quell'epoca: è stato più o meno divertente, più o meno faticoso, più o meno frustrante ma è finita. Basta, adesso mi occupo di altro". Sarebbe davvero un grandissimo peccato, uno scialo nella vita. Nel Talmud, che è un libro critico dialettico, fatto di migliaia di discussioni di grandi maestri, discussioni non chiuse, che si possono riaprire, non c'è la pagina uno. Il Talmud comincia dalla pagina due. I nostri maestri ci dicono: questo è perché tu sappia che quando hai chiuso l'ultima pagina non hai ancora aperto la prima ... e il Talmud è composto da quarantacinque poderosi volumi. Che cosa significa questo? Che lo studio non è mai concluso, che studiare è una gioia, che studiando si rinnova la capacità di costruirsi: è il rapporto con se stessi che migliora. Anche in momenti difficili, anche quando le finanze scarseggiano, la capacità di studiare è una ricchezza che non ha bisogno di finanziamenti. È una risorsa interiore, è una risorsa della persona che lo accompagna per tutta la vita, nei momenti buoni come nei momenti difficili; è la capacità di stabilire attraverso lo studio un percorso interiore: il più importante, il vero viaggio della vita. È un patrimonio inestimabile.
Mi auguro che voi abbiate grande successo in ciò che volete fare ma che accanto a quel successo, attraverso lo studio, sappiate costruire una prospettiva che non è dettata né dalle contingenze sociali, economiche o professionali, né dall'esterno, né dalle aspettative della vostra famiglia o da altro, ma che è dettata dal vostro desiderio di vivere una vita consapevole, cosciente, alta. Una vita che si rimetta sempre in questione per conquistare altre prospettive o per rendere più luminosi gli orizzonti che già avete conquistato. Spero magari di potermi confrontare con qualcuno di voi fra qualche anno, per capire come ha vissuto lo studio, quali sono stati i risultati delle sue scelte; ogni incontro, ogni confronto con chi studia è fonte di apprendimento, anche per i più sapienti fra gli uomini. Naturalmente se volete accedere ad una relazione alta cercate buoni maestri ci sono anche oggi, più celati forse o talora molto celati, ma è una buona cosa cercarli, affinando l'ascolto per individuarne la voce. Incontrare o maestri significa poterlo diventare per altri, ed è importante perché in questo mondo molto svilito, che vive una sorta di costante ipertrofica del presente (il finalismo del guadagno, del consumo, della produzione), noi non pensiamo più al futuro. Invece la costruzione del futuro è un nostro dovere e anche un nostro privilegio. Perché è questo che ci garantisce l'immortalità: iscriverci nel cammino delle generazioni future e sapere che una minima, pur piccola parte di noi continuerà a camminare dopo di noi. Lo studio è lo strumento principale per entrare in questa prospettiva. Naturalmente lo studio deve essere sempre commisurato a una relazione etica con la vita, perché la vita non sia spreco, perché la vita sia impegno, perché la vita abbia senso: una vita insensata a mio parere è una vita sprecata e questo è e sarebbe molto doloroso.
Per tutti i vostri studi in bocca al lupo! Non fatevi angosciare, tanto non serve, vivete lo studio come una chance e non come una condanna, perché se dovete studiare, tanto vale farlo con entusiasmo. Ogni felicità.

venerdì 29 maggio 2015

Intercapedini con materiale riflettente.



Prendiamo in considerazione il caso di una parete con un'intercapedine. Nel caso in cui vi sia la presenza di un materiale riflettente, dato che le superfici hanno circa la stessa temperatura (ovviamente in ordine di grandezza e non in valore assoluto), si può affermare che il rivestimento riflettente ha un effetto sia basso emissivo che basso assorbente. Questo significa che, considerando il sistema di rivestimento nel suo complesso, grazie al materiale isolante si ha un basso assorbimento di calore ma si ha anche una riflessione del calore scambiato per irraggiamento grazie alla presenza del materiale riflettente.

Quando parliamo di sistemi isolati riflettenti ci riferiamo a materiali con un ridotto valore di emissività che posizionati all'interno hanno di conseguenza anche un basso valore di assorbimento quindi alta riflettanza nel campo dell'infrarosso.

Per i materiali isolanti riflettenti abbinati ad un'intercapedine d'aria, la resistenza termica è valutata con riferimento agli scambi convettivi e di radiazione che si instaurano nell'intercapedine stessa. Infatti, quando un corpo viene scaldato, nel nostro caso sarà la radiazione solare a riscaldare le pareti esterne, emette una quantità di calore che verrà trasferita per irraggiamento pari a:


Si può notare come la quantità di calore dipenda linearmente dalla quarta potenza della temperatura quindi, è un effetto che non trascurabile.

La caratteristica "isolante" in questo caso è definita dall'emissività ε [-] del materiale riflettente, ovvero dalla sua propensione ad emetter energia per irraggiamento verso l'altra faccia dell'intercapedine. Questo significa che, se in un'intercapedine normale lo scambio termico dipende sia dai fenomeni convettivi dell'aria che dall'irraggiamento delle due superfici affacciate, in un'intercapedine con un rivestimento basso emissivo (dato dal materiale riflettente) la quota parte di trasmissione per irraggiamento è ridotta ai minimi termini. Per esempio l'alluminio lucido ha un coefficiente di emissività ε = 0.03.

Questo tipo di sistema riflettente è molto utile nei periodi estivi ma bisogna stare attenti al calcolo della trasmittanza in quanto, alcuni produttori di rivestimenti descrivono la riflessione solare il termini di resistenza termica o di conduttività termica equivalente. La ragione per la quale di ottengono valori estremamente bassi di conduttività termica è che la riduzione di flusso termico verso l'interno viene descritto, in termini di resistenza termica equivalente, che poi viene trasformata in conduttività termica equivalente. Ciò vale per l'appunto solo in estate, perché in inverno la riflessione solare porta a una riduzione dell'apporto gratuito di energia e quindi a un incremento di flusso termico verso l'esterno. Quindi in inverno la resistenza termica equivalente è negativa, cioè di dovrebbe scrivere:


Ne deriva che in inverno ci sarebbe un aumento di trasmittanza termica U, anziché una diminuzione. Ciò dimostra che NON SI PUÒ descrivere la riflessione in termini di resistenza termica, poiché, per definizione, un aumento di questo parametro riduce il flusso termico in entrambe le direzioni, mentre la riflessione solare riduce solo il flusso termico entrante nell'ambiente in estate.

FONTE:


lunedì 25 maggio 2015

Schermature solari: da quest'anno è possibile beneficiare dell'ecobonus.




ENEA ha pubblicato una guida specifica volta all'ottenimento delle agevolazioni di riqualificazione energetica per le schermature solari che, sono solo una delle novità introdotte con la Legge di Stabilità 2015. Con questa pubblicazione, ENEA ha voluto delineare il parere tecnico dell'Agenzia riguardo a questo tipo di interventi agevolati di riqualificazione energetica.

Nello specifico ENEA sottolinea come questo tipo di schermature debbano essere collocate in modo da impedire l'ingresso della radiazione solare attraverso le superfici vetrate. Quindi, esistendo innumerevoli possibilità di applicazione, è possibile installare i dispositivi all'interno, all'esterno o integrati. Ovviamente, per questo tipo di schermature, l'utente deve avere la possibilità di regolazione a seconda delle condizioni meteorologiche e della stagione. Tali dispositivi devono inoltre avere una funzionalità tecnica cioè, devono servire al comfort interno dell'abitazione e non possono pertanto essere montate e smontate a piacimento. Ovviamente il dispositivo installato dovrà essere a marchio CE.

Per quanto riguarda le tende esterne quindi, per i dispositivi non in combinazione con una superficie vetrata, vengono escluse dall'incentivazione quelle collocate a nord. Mentre le schermature oscuranti come persiane, veneziane e tapparelle vengono invece prese in considerazione con qualsiasi tipo di orientamento.

In pratica per una spesa complessiva per unità immobiliare di 92.300 euro si avrà diritto a una detrazione (da suddividere in 10 rate annuali di pari importo) di 60mila euro.

Ovviamente la detrazione vale per i lavori eseguiti nell'arco del 2015 e, a partire dal 2016 salvo proroghe, l'aliquota scenderà al 36%.

Per la presentazione delle domande è possibile rivolgersi a un tecnico qualificato (sono quindi a disposizione per eventuali chiarimenti) o collegarsi direttamente con il portale ENEA "finanziaria 2015". È necessario inviare la documentazione entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori.

FONTE:

venerdì 15 maggio 2015

Adesso i geometri possono progettare impianti di riscaldamento.




Come era logico che fosse, i geometri sono competenti in materia di progettazione impianti di riscaldamento di edifici di modesta entità. Quindi anche i geometri possono dire la loro riguardo all'impiantistica, a meno che non si ricada in impianti assimilabili a impianti industriali e quindi di medio-grandi dimensioni.

A dichiararlo è stata una sentenza del Consiglio di Stato ripresa e commentata dal Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati (CNGeGL).

Tutto è partito quando il Collegio dei Geometri della Provincia di Genova ha appellato la sentenza del TAR della Liguria n. 166/2006, che ha dichiarato in parte infondato e in parte inammissibile il ricorso per l'annullamento della nota 28 gennaio 2002, n. 4146, con cui il dirigente del Comune di Genova ha disposto la non conformità della relazione tecnica presentata da un geometra nell'ambito di una domanda in sanatoria di opere edilizie riguardante la verifica di un impianto di riscaldamento installato in un'abitazione.

L'atto era stato emesso in quanto la perizia non era stata firmata da un professionista (ingegnere o perito industriale) abilitato alla redazione di progetti impiantistici, come richiesto, in base all’interpretazione sostenuta dal Comune, dall’art. 6, comma 1, della legge n. 46/1990 e dall’art. 4 del DPR n. 477/1991.

Il Consiglio di Stato invece ha stabilito che, per quanto riguarda i geometri, le loro competenze in materia “derivano da una competenza più generale alla progettazione di edifici di modesta entità e vanno quindi esaminate le disposizioni che abilitano il geometra ad operare nella progettazione, nella direzione e nella vigilanza di modeste costruzioni civili”.

Il nocciolo della questione sta nel fatto che l'impianto di riscaldamento viene visto come parte integrante della costruzione e che quindi il geometra è sicuramente abilitato alla progettazione.

Quindi il Consiglio di Stato dichiara: “Si deve pertanto concludere che, per un principio di simmetria, il geometra, così come può svolgere attività di progettazione, di direzione lavori e di vigilanza con riferimento a ‘modeste costruzioni civili’, può anche presentare domande riguardanti la verifica di impianti di riscaldamento nelle medesime costruzioni”.

FONTI:


martedì 12 maggio 2015

Scatta il conto alla rovescia per la contabilizzazione del calore nei condomini.




Il Decreto Legislativo 102/2014 obbliga, entro la fine del 2016, a installare negli appartamenti serviti da una caldaia centralizzata ripartitori di calore su ogni singolo calorifero. Così su due piedi penso che tale imposizione sia un'ottima idea per contribuire al risparmio energetico ma, dal punto di vista pratico, non sarà di facile attuazione. L'obbiettivo del legislatore è quello di far pagare alle singole utenze i consumi effettivi evitando in questo modo gli sprechi.

Il termine ultimo per l'adeguamento è il 31 dicembre 2016 e penso che i vari amministratori di condominio non abbiano così tanto tempo a disposizione. Infatti, essendo necessario svuotare l'impianto e smontare i caloriferi, i lavori vanno fatti nei mesi in cui le caldaie sono spente e quindi si hanno a disposizione solo due estati. Chi non decide di effettuare i lavori quest'anno ha comunque a disposizione tutta l'estate del 2016.

Il Decreto Legislativo 102/2014, che recepisce la direttiva 2012/27/UE in materia di efficienza energetica, impone di effettuare una contabilizzazione individuale del calore in tutti gli edifici con più appartamenti serviti da un'unica caldaia. Ovviamente a partire dal 2017 scatterà l'obbligo per milioni di appartamenti con multe salate per i trasgressori.

Le strade da seguire possono essere due:
  1. cambio della caldaia con una a condensazione. Soluzione non proprio economica ma secondo me migliore. Come si suol dire "via il dente via il dolore" per i prossimi 15 anni nessuno dovrà più pensare alla caldaia.
  2. affidarsi alla contabilizzazione indiretta. Bisogna installare un dispositivo elettronico su ogni termosifone, un ripartitore di calore in grado di misurare, attraverso due sensori, sia la temperatura della superficie del calorifero che quella dell’aria nel locale. Questi valori permetteranno di calcolare l’energia termica complessivamente immessa da quel radiatore nella stanza; sommando i valori di tutti gli elementi presenti nei vari locali, si otterrà l’energia utilizzata dall’intero appartamento. Inoltre, con le valvole termostatiche si potrà controllare il calore di ciascun ambiente; ogni valvola regolerà il flusso d’acqua calda nel relativo termosifone, facendo così variare la temperatura media del radiatore e il conseguente consumo.
La seconda opzione implica ovviamente che qualcuno vada a leggere i consumi e faccia i relativi conti ed è, secondo il mio modestissimo parere, molto complicata e poco funzionale ma, ovviamente, sarà la più utilizzata. In Italia, la maggior parte degli edifici presenti è stata costruita prima degli anni 80 ed è ben lontana dagli standard qualitativi di risparmio energetico attuali. Probabilmente, un buon 90% del totale si affiderà a questo tipo di contabilizzazione indiretta.

martedì 28 aprile 2015

Per una volta primi? No ancora una volta primi!



Credo che il risultato sia straordinario e non potrebbe essere altrimenti visto che siamo

'O paese d' 'o sole

Secondo il Photovoltaic Power System Programme dell'agenzia internazionale dell'Energia (IEA PVPS) l'Italia è il Paese con il più alto contributo al mondo di fotovoltaico nella domanda elettrica. Con il 7,9% precediamo la Grecia (7,6%) e la Germania (7%). La fortuna dell'Italia, diversamente dalla Germania, sta nella proprio posizione geografica. I tedeschi hanno dovuto investire molte risorse per arrivare a ottenere questo risultato. Basterebbe così poco per migliorare ancora perché il fotovoltaico in Italia è facilmente sfruttabile e dovrebbe restare un asset strategico nelle politiche energetiche del Governo.


giovedì 23 aprile 2015

Le pompe di calore: tecnologia conveniente o da evitare?



Negli ultimi anni si è creato un gran clamore attorno all'adozione delle pompe di calore per il riscaldamento residenziale, ma sono convenienti?

A dire la verità non provo molta simpatia per questo tipo di tecnologia che "produce calore a partire da una sorgente fredda", in quanto l'esperienza mi insegna che, spontaneamente, il calore è un flusso di energia che va da una temperatura maggiore a una temperatura minore. Nel caso della pompa di calore ciò è possibile grazie all'apporto di lavoro esterno cioè, nella maggior parte delle macchine in commercio, grazie all'apporto di energia elettrica. Le pompe di calore possono essere viste quindi, in un certo senso, come delle "caldaie elettriche".

Esistono diversi tipi di macchine: aria-aria (il classico climatizzatore per intenderci), aria-acqua e acqua-acqua (utilizzate per lo più in ambito geotermico). Le prime sono le più economiche e semplici da installare; le aria-acqua e le acqua-acqua costano di più perché vanno integrate con l'impianto di riscaldamento, con un boiler per l'acqua calda sanitaria e, per quanto riguarda l'ultima tipologia, con un pozzo. Le aria-aria vanno da 250-300 euro a kW, fino a 700-800 nelle installazioni più problematiche. Le aria-acqua da 300 a 900, mentre le geotermiche vanno da 800 a 1600-1700 euro a kW (fonte: www.qualenergia.it).

Prima di pensare all'adozione di una pompa di calore bisogna tenere in considerazione:
  1. il luogo di installazione. Una pompa di calore installata a Rimini sarà sicuramente più performante di una installata a Brescia. La fascia climatica conta tantissimo perché la temperatura può influenzare le prestazioni.
  2. la tipologia di edificio. Un edificio in classe energetica A con riscaldamento a pavimento e sicuramente più indicato di un edificio in classe G con riscaldamento a termosifoni.
  3. l'utilizzo. Una pompa di calore è meglio utilizzarla anche per il raffrescamento oltre che per il riscaldamento.
Inoltre, se si intende accoppiare la macchina con un impianto solare fotovoltaico, bisogna tener conto che la produzione elettrica avviene durante il giorno e che quindi, se la casa non viene abitata nelle ore diurne, bisogna prendere in considerazione l'adozione di un qualche accumulo elettrico (batterie) o termico (puffer di acqua tecnica).

In conclusione, a mio modo di vedere, le pompe di calore possono essere molto convenienti solamente se installate con gli opportuni accorgimenti tecnici.

martedì 24 marzo 2015

Cervelli in fuga...ma io resto!


Nei giorni scorsi mi sono imbattuto in questo articolo, ripreso anche da Roberto Saviano, dove si evidenzia il fenomeno dell'emigrazione dei giovani laureati e il conseguente mancato ritorno economico dell'investimento effettuato dai contribuenti italiani. Devo dire che i numeri riportati sono veramente impressionanti e sono sicuro che questi numeri non siano in grado di descrivere totalmente il fenomeno osservato.


Sicuramente posso affermare di avere una grandissima stima nei confronti dei miei coetanei e non che scelgono di mettersi in gioco e partire. La decisione che prendono non è sicuramente facile, si tratta di recidere il cordone ombelicale collegato intrinsecamente al nostro essere in quanto italiani. La mia stima nei loro confronti è incondizionata perché questo cambiamento permetterà loro di ampliare gli orizzonti, di vedere le cose in un'ottica globale, di apprendere una nuova lingua, un nuovo stile di vita e una nuova cultura, permetterà loro di avere una nuova "casa".

Ma perché io dovrei partire? Perché non posso pensare che le cose in Italia possano andare diversamente? Perché non posso pensare di trovare la mia strada qui? Conosco alcune persone che ce l'hanno fatta che sono riuscite a trovare quello che cercavano. Mi sembrano felici e appagate e non hanno avuto bisogno di emigrare. Sicuramente non sarà stato facile, sicuramente qualcuno avrà dato loro una mano ma sicuramente il loro essere imprenditori di se stessi li porterà a effettuare scelte verso una nuova e più sana società.

Se potessi fare un appello mi rivolgerei a questi nuovi emigranti e direi loro:

"Non andatevene, aiutateci a rendere l'Italia un posto migliore!"

Non sarà sicuramente un compito facile ma con l'impegno e la buona volontà ce la si può fare perché il futuro dipende da noi.

lunedì 9 marzo 2015

Chi inquina paga!



Finalmente le pene per i reati ambientali diventeranno più pesanti. Verrà seguito il principio secondo cui "chi inquina paga", dettato dall'Unione Europea e contenuto nella Direttiva 2004/35/CE recepita in Italia dal D. Lgs. 152/2006 (Codice Ambientale). Nei giorni scorsi il Senato ha approvato il ddl sui reati ambientali contenente l'inasprimento delle sanzioni. Sono stati quindi introdotti all'interno del codice penale nuovi illeciti, come l'inquinamento ambientale, il disastro ambientale e l'abbandono di sostanze radioattive.

Danno ambientale
Verrà punito con la reclusione da due a sei anni e cono la multa da 10 mila a 100 mila euro. Finalmente chi provocherà una compromissione o un deterioramento rilevante del suolo, del sottosuolo, dell'aria e delle acque, dell'ecosistema, della biodiversità (anche agraria), della flora o della fauna selvatica verrà giustamente trattato secondo quanto introdotto nel Codice di Procedura Penale.
La pena è aumentata se l'inquinamento viene prodotto in zone tutelate, in aree naturali e se il danno avviene a discapito di specie animali o vegetali protette.

Disastro ambientale
Chi si macchierà del reato di disastro ambientale verrà punito con la reclusione da cinque a quindici anni. Il disastro ambientale è un'alterazione irreversibile dell'equilibrio dell'ecosistema o una alterazione la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.

Traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività
È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da 10 mila a 50 mila euro chi cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene o trasferisce materiale ad alta radioattività. La pena è aumentata se da queste attività deriva il pericolo di compromissione o deterioramento del suolo o dell’ecosistema.

Anche chi chi intralcia i controlli verrà punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

martedì 24 febbraio 2015

2014 boom di investimenti nelle energie rinnovabili, ma non in Europa



Bloomberg New Energy Finance (BNEF) in un rapporto appena pubblicato, spiegano come fotovoltaico e eolico off-shore abbiano trainato, a livello globale, la scalata agli investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Questi dati mostrano come, nel 2014, vi sia stato un aumento del +16%, per un totale di 310 miliardi di dollari.

Pur fidandomi dell'assoluta veridicità della fonte, in Europa non abbiamo assistito a un incremento delle rinnovabili ma, dalle mie esperienze personali, mi è sembrato addirittura che il mercato stia vivendo una fase di contrazione. Infatti, proseguendo nella lettura dell'articolo, si viene a conoscenza che il nostro continente è:

"l’unico grande mercato dell’energia pulita a restare sostanzialmente stabile, con un misero +1% che ha portato la quota degli investimenti a 66 miliardi di dollari."

A farla da padrone, come al solito negli ultimi anni, sono i cinesi balzati al 32%, toccando il record di 89 miliardi di dollari. In parte, penso che questo marcato aumento sia imputabile alle disastrose condizioni ambientali delle città cinesi e che Pechino sia alla ricerca di una soluzione al problema dello smog.

Perché allora non cavalcare l'onda e offrire il know-how tecnico appreso negli ultimi anni? Paesi come Cina, Stati Uniti, Brasile, India e Sud Africa potrebbero essere un ottimo mercato per esportare i servizi relativi al campo delle energie rinnovabili in attesa di una ripresa degli investimenti nel Vecchio Continente.

giovedì 19 febbraio 2015

Il regime fiscale dei minimi verrà prorogato a tutto il 2015

Avendone già discusso qui, mi sembra doveroso scrivere questo nuovo post per parlare della proroga a tutto il 2015 del vecchio regime dei minimi.

A questo punto tutte le persone fisiche che avviano una nuova attività si trovano nella condizione di valutare, in presenza dei requisiti necessari, quale dei due regimi convenga maggiormente.

È doveroso sottolineare come il nuovo regime forfettario non sia in assoluto peggiorativo in quanto prevede la determinazione forfettaria con una percentuale di componenti negativi predeterminata. Questo potrebbe essere un beneficio per chi ha costi minori rispetto al forfait previsto, infatti penso che la quota parte rimanente non dovrebbe venir conteggiata ai fini del reddito.

Chi avvia una nuova attività deve rendere nota alle entrate la propria scelta, in quanto per entrambi i regimi occorre barrare la casella del regime di vantaggio nella dichiarazione iniziale. In ogni caso la scelta dovrà essere indicata esplicitamente sulle fatture emesse esplicitando la diversa norma che permette l'esclusione dall'applicazione dell'IVA:
  1. art. 1, comma 100, della legge 244/2007 per quanto riguarda i MINIMI;
  2. art. 1, comma 58 per i nuovi FORFETTARI.
La scelta verrà comunque resa nota all'atto della compilazione del modello UNICO 2016 in quanto il regime dei minimi prevede la determinazione analitica del reddito, mentre il regime forfettario prevede appunto la determinazione forfettaria con una percentuale di componenti negativi predeterminata.

Nel caso in cui si inizi un'attività a consultivo incassando ricavi o compensi superiori alla soglia prefissata il regime forfettario risulta essere più conveniente rispetto ai minimi. Se per esempio nel secondo caso si avessero dei ricavi nel 2015 pari a 60.000 €, quindi 50% in più rispetto al limite consentito, già per quell'anno il soggetto verrebbe trattato come appartenente al regime ordinario. Nel primo caso, cioè con il regime forfettario, si uscirebbe dal forfait solo a partire dal 2016 quindi mantenendo inalterata la posizione fiscale nell'anno di superamento.

Per concludere le nuove attività nel regime forfettario hanno diritto all'abbattimento di un terzo del reddito per i primi tre anni oltre alla possibilità, in questo caso riservata ai soli commerciante e artigiani, di fruire del regime contributivo agevolato che prevede il pagamento dei contributi senza considerare un minimale fisso.

Ovviamente il nuovo regime non va male in assoluto ma penso che la maggioranza dei futuri liberi professionisti venga danneggiata. Penso che, come al solito, la legge sia totalmente disconnessa dalla realtà, dalla maggioranza delle persone e si occupi solamente delle necessità di pochi.

martedì 17 febbraio 2015

Proroga della scadenza per l'autocertificazione dei 15 CFP

Ormai è noto che ogni Ingegnere che voglia lavorare come libero professionista debba dimostrare il proprio costante aggiornamento.

Con la Circolare CNI 485 Autocertificazione CFP il Consiglio Nazionale degli Ingegneri proroga la scadenza per l'invio del modulo di autocertificazione e per il caricamento dei dati nella piattaforma http://www.formazionecni.it.

Si comunica che è stata posticipata al 28 febbraio 2015 la scadenza per l'invio dell'autocertificazione per i 15 CFP dovuti all'aggiornamento informale legato all'attività professionale svolta nell'anno 2014.

La compilazione è molto semplice e viene fatta per via telematica. Una volta inseriti i primi dati verrà inviata una mail con l'indirizzo al quale accedere per la compilazione. Se tale indirizzo non viene attivato entro un certo lasso temporale, la sessione scadrà e bisognerà richiedere nuovamente il link per la compilazione del modulo. Una volta finito verrà inviata una mail riepilogativa.

Molto importante è la descrizione delle attività formative svolte mentre il resto è di contorno, non serve quindi soffermarsi troppo sulla descrizione della propria attività (libero professionista, dipendente, ecc.).

mercoledì 11 febbraio 2015

Prestazioni occasionali

Mi sono ritrovato più volte, nel corso della mia attività professionale, a discutere del comma 3 dell'articolo 61 del D.Lgs. 10-9-2003 n. 276 (legge Biagi). Come sempre in Italia non esiste una spiegazione chiara e precisa e anche in questo caso le interpretazioni sono molteplici e poco chiare.

"Sono escluse dal campo di applicazione del presente capo le professioni intellettuali per l'esercizio delle quali è necessaria l'iscrizione in appositi albi professionali..."

Il "presente capo" citato qui sopra fa ovviamente riferimento al TITOLO VII del D.Lgs. in oggetto e più precisamente alle "TIPOLOGIE CONTRATTUALI A PROGETTO E OCCASIONALI Capo I Lavoro a progetto e lavoro occasionale".
Da una prima lettura di tale comma l'interpretazione potrebbe sembrare chiara e concisa:

CHI È ISCRITTO A UN ALBO NON PUÒ EFFETTUARE PRESTAZIONI OCCASIONALI

escludendo in questo modo moltissimi professionisti che, per un motivo o per un altro, non esercitano in modo continuativo la libera professione. Questo tipo di interpretazione, secondo la mia opinione, è ingiusta soprattutto in un periodo storico-economico come il nostro. La prestazione occasionale, ovviamente fatta seguendo il suo carattere di occasionalità, potrebbe essere utilizzata come trampolino di lancio per i lavoratori in procinto di partire con la libera professione. Ovviamente tutto quello che non rientra all'interno dell'occasionalità andrebbe contrastato. Perché però impedire anche quelle rarissime opportunità di mettersi in gioco e provare a essere imprenditori di se stessi?

A quanto pare il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha pensato di produrre una nota con lo scopo di fare chiarezza a riguardo, in attesa che nelle sedi competenti vengano forniti opportuni chiarimenti legislativi. Nella circolare CNI n. 488 viene esplicitato che:

"Il documento allegato evidenzia che l'scritto all'Albo che non eserciti in modo abituale attività di lavoro autonomo, cioè che non svolge lavoro autonomo con regolarità, sistematicità ed operatività, può svolgere una prestazione di lavoro occasionale, solo se essa ha caratteristiche di saltuarietà, di eccezionalità, di non ripetitività, e venga effettuato in proprio senza vincolo alcuno di subordinazione del committente; in tali condizioni, presenti tutte contemporaneamente, non vi è la necessità di disporre di partita IVA."

Vista la presa di posizione da parte del Consiglio Nazionale degli Ingegneri penso che d'ora in poi non vi siano più dubbi. Aspettiamo che arrivino chiarimenti da parte del legislatore.

venerdì 23 gennaio 2015

Proroga delle agevolazioni fiscali per il risparmio energetico




La legge di stabilità del 2015 (legge 23 dicembre 2014, n. 190), oltre ad introdurre il nuovo regime dei minimi, ha prorogato al 31 dicembre 2015, nella misura del 65%, la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Altra novità è l'estensione dell'agevolazione ad altre tipologie di intervento. In particolare, durante il 2015, si potrà usufruire della detrazione anche per l'acquisto e posa in opera di:
  • schermature solari, nel limite di 60.000 €;
  • impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, nel limite di 30.000 €.

Come sempre l'agevolazione fiscale consiste nella detrazione dall'Irpef (per persone fisiche) e dall'Ires (per le società) in seguito a interventi volti ad aumentare il livello di efficienza energetica di edifici esistenti. In particolare la detrazione viene applicata alle spese sostenute per:
  • la riduzione del fabbisogno per il riscaldamento;
  • il miglioramento termico dell'edificio;
  • l'installazione dei pannelli solari;
  • la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

Come tutte le detrazioni d'imposta, anche in questo caso c'è un limite massimo. L'eccedenza rispetto alla soglia non è quindi soggetta a richieste di rimborso.

Speriamo che tali misure riescano in qualche modo ad aiutare tutti quelli che lavorano nell'edilizia. Sempre di più, al giorno d'oggi, vedo nel recupero del patrimonio edilizio esistente una via da seguire, nella quale investire risorse in modo da aumentare il nostro know-how tecnico. La proroga di queste agevolazioni è la prova di una volontà politica in questo senso. 

mercoledì 14 gennaio 2015

Durante la Crisi c'è chi trova lavoro...i pensionati




Sul sito de "Il Sole 24 Ore" ho potuto leggere questo interessante articolo.

"Il Centro studi di Confindustria ha rilevato come negli anni della crisi il numero di occupati più anziani (tra i 55 e i 64 anni) sia aumentato mentre diminuiva quello dei più giovani (25-34enni): il primo è cresciuto di 1,1 milioni e il secondo è sceso di 1,6 milioni."

I primi vorrebbero starsene a casa i secondi vorrebbero lavorare, e avrebbero molte idee da mettere in campo. Entrambi hanno una cosa in comune: hanno fatto tutti LA STESSA IDENTICA SCUOLA E UNIVERSITA'.

Inizialmente ho pensato che anche i pensionati, come tutti in tempo di Crisi, si siano ritrovati a dover arrotondare la misera pensione. Proseguendo nella lettura dell'articolo ho cambiato idea.

"Tra i pensionati che continuano a lavorare il tasso di occupazione risulta essere maggiore per redditi maggiori. Si passa dal 10,2% di chi guadagna tra i 500 e i 2000 € al 23,9% di chi guadagna sopra i 3000 €. Tutto questo senza contare chi lavora in nero."

A questo punto è evidente che non siano solo "poveri" pensionati. Penso che 3000 € al mese siano un guadagno più che rispettoso anzi, guadagnassi certe cifre mi sentirei a dir poco ricco. In ogni caso non è la prima volta che sento parlare di pensionati con incarichi (presumo remunerati) presso fondazioni, enti, ecc. Queste persone una volta raggiunta una posizione si radicano e neanche la pensione può scalzarli dal loro seggio. Questo danneggia notevolmente il sistema Paese, avranno sicuramente molta esperienza ma ci sarebbero giovani molto più dinamici e inclini al cambiamento rispetto a loro. Giovani in grado di traghettarci verso il futuro.

Non voglio dire che questi pensionati non siano in grado di svolgere il proprio lavoro, ma penso che abbiano già dato e che la pensione sia la loro giusta ricompensa per il loro contributo.

Spazio ai giovani dunque.

giovedì 8 gennaio 2015

Traduzioni tecniche



Finite le scuole medie, all'atto della scelta del percorso da intraprendere, come ogni adolescente che si rispetti, ero molto confuso. All'epoca le materie scientifiche non mi appassionavano e per questo motivo le avevo escluse dalle mie scelte, esperienza che al momento dell'iscrizione all'università si sarebbe completamente capovolta. Mi orientai verso il liceo classico e il liceo linguistico e, per una serie di cause e motivi, decisi che avrei frequentato il secondo.

Il primo impatto non fu proprio dei più rosei, per mancanza di studio e per svogliatezza i risultati tardavano ad arrivare. In ogni caso, dal terzo anno in poi mi appassionai alle lingue, soprattutto al francese per la straordinaria capacità di insegnamento della professoressa. Inizialmente furono dettati a sorpresa e brutti voti ma nell'anno della maturità ero in grado di leggere un intero libro in lingua cosa, secondo me, assolutamente straordinaria.

Successivamente, nella mia vita professionale ma anche in quella privata, è capitato di imbattermi in testi tecnici a dir poco ridicoli. Mi sono fatto l'idea che la tendenza generale sia quella del fai da te per risparmiare denaro e risorse. Molti pensano che basti poco per tradurre un testo, che tanto su internet si possano trovare traduttori automatici e che il proprio nipote per 50 € riesca tranquillamente nell'impresa. Io a questo punto mi sono chiesto se veramente ne valga la pena o se non sia meglio rivolgersi a un professionista.

Chi meglio di un ingegnere potrebbe tradurre un testo tecnico se in possesso di adeguate conoscenze linguistiche? Ovviamente potrei tradurre esclusivamente da un'altra lingua all'italiano perché solo un madrelingua ha la padronanza e la sensibilità di rendere un testo. In passato mi sono già misurato con esperienze simili, infatti ho tradotto alcuni manuali tecnici di un impianto a olio diatermico. Con qualche aiuto ho pensato di contattare una società di traduzione e vedere che possibilità può offrire questo ambito.